Ippica corse: dagli albori al periodo di massimo splendore
Il rapporto tra cavallo e uomo
L'origine del legame tra cavallo ed essere umano si perde in tempi immemori. Da sempre, il legame che sussiste tra questi due esseri viventi è stato speciale, un rapporto di fiducia in grado di influenzare epoche storiche: dalla collaborazione reciproca che ha contribuito alla civilizzazione dell'uomo, il cavallo ha avuto anche un ruolo importante come forza lavoro, è stato indispensabile per la velocizzazione dei trasporti, per il rafforzamento delle attività belliche, così come la diffusione di quelle ludiche e del tempo libero.
È proprio quest'ultimo aspetto, quello del gioco, del divertimento legato al mondo dell'ippica quello su cui ci soffermeremo.
Ippica, corse fin dai tempi della Magna Grecia
Le corse di cavalli erano in voga fin dall'Antica Grecia, diffuse anche tra il popolo degli Etruschi, ma sono i Romani che trasformano l'ippica in un vero e proprio momento di aggregazione e svago.
Al tempo, i cavalli e gli aurighi correvano con le bighe, appositi carri in cui l'uomo stava in piedi e teneva le redini del cavallo. Le corse si tenevano in arene circolari, i cosiddetti "circhi", ad esempio il Circo Massimo di Roma e diventarono così rinomate ed importanti da dare il via alle scommesse tra il pubblico, così importanti, che iniziò a generarsi un grosso giro d'affari.
L'Ippica, le corse e le scommesse sportive nella storia italiana ed Europea
Durante il Medioevo in Italia e in tutta Europa si corrono corse di cavalli anche per le strade delle città, a testimonianza del fatto che l'ippica sta diventando un evento di interesse popolare in crescita, iniziano perciò a diffondersi i tornei, il più famoso tra tutti, il Palio di Siena, che si tiene per la prima volta nel 1644.
La storia ci insegna però, che le corse di cavalli moderne nacquero in Gran Bretagna a partire dal 1700.
Nell'Ottocento, l'ippica divenne un vero e proprio fenomeno sociale ed economico. Ci si incontrava agli ippodromi, che erano il luogo di raduno di persone provenienti da ogni strato della società, per svagarsi, fare affari e naturalmente per scommettere. In questo periodo si diffuse un vero e proprio business legato alle scommesse sulle corse dei cavalli, che andò di pari passo con la diffusione della nascente borghesia industriale. Le persone potevano versare la loro cifra all'allibratore e scommettere sul supposto vincitore della gara.
All'interno dell'ippodromo tutti potevano scommettere, uomini, donne e bambini, ma durante il corso del 1800 iniziarono anche le scommesse a distanza, perciò si iniziò a sentire anche il bisogno di rendere immediata la diramazione dei risultati ufficiali.
Oltre a questo, si diffusero anche le scommesse a totalizzatore, non più a quota fissa in cui la giocata era rischiosa anche per l'allibratore, ma un sistema per cui tutte le puntate dei giocatori vengono fatte confluire in un unico montepremi finale, per cui il banco ha solo il compito di raccolta, perciò guadagna indipendentemente dall'esito della gara.
In Italia i poli di maggiore sviluppo per le scommesse sportive ippiche furono quelli di Milano, Firenze, Napoli, Roma e Torino, dove vengono costruiti diversi ippodromi, che rimasero molto attivi per quasi tutto il Novecento.